domenica 17 aprile 2011

Problemi e soluzioni

Un antico detto Zen recita:

Se hai un problema ed hai la soluzione, perchè ti preoccupi?.
Se hai un problema e non hai la soluzione, perchè ti preoccupi?


 Mi sento di aggiungere un semplice corollario:

Perchè, apprezzando la naturale bellezza di un fiore di campo, preoccuparsi per quando sarà avvizzito?
Perchè non godere oggi del suo colore e profumo anzichè preoccuparci di quando sfiorirà domani?

sabato 16 aprile 2011

Telma e Luis - Il Giardinaggio

Era un tranquillo sabato di primavera.
Telma si accingeva alle settimanali pulizie di casa, mentre Luis aveva deciso di andare in un podere per acquistare piantine e sementi per l'orto.
Mentre era intenta a preparare il pranzo, Telma si guardava intorno soddisfatta del buon lavoro svolto.
Tutta la casa era lucida e risplendente, perfettamente in sintonia con la maniacalità di Telma.
Ore 12:30... Luis torna a casa.
Parcheggia la sua station wagon color tabacco (Telma usa una similitudine più "aggressiva", ovvero deiezione di rospo) e con orgoglio latino scarica la merce appena acquistata.
Con un colpo d'anca apre la porta di ingresso e si presenta nell'atrio con la tronfia postura di un "vachero" che è appena entrato in un saloon.
Con una mano regge un vaso con una non identificata pianta, con l'altra sorregge molto mascolinamente una cassetta di germogli di pomidoro.
"Eccomi qua, Telma... si mangia?"
Telma ha già attivato l'equalizzatore cerebrale per filtrare le sue emozioni, poichè subito si è accorta che i primi passi di Luis hanno lordato una ceramica che lei aveva lustrato con fatica.
Mentre Luis attraversa il centro esatto della stanza, ecco che improvvisamente, come se avesse calpestato un pulsante nascosto nella scena di un film di Indiana Jones, la cassetta (di polistirolo!) retta con baldanza con una sola mano, ha un repentino cedimento strutturale, si sfalda in cento pezzi, spargendo ovunque terra, pulviscoli bianchi e piantine innocenti sull'immacolato pavimento.
E, nel tentativo di arginare la caduta, l'improvvido Luis si lascia sfuggire anche la pianta in vaso, con un impatto ancora più devastante.
Telma osserva la scena con effetto slow motion... e muovendo impercettibilmente il capo analizza inerme le traiettorie multiformi di quei corpi estranei ed alieni che stanno per abbattersi nella linda atmosfera del suo mondo perfetto.
Non sa se augurarsi un colpo apoplettico che le eviti la sofferenza del post-distruzione o imprecare per non essere dotata di cannoni fotonici in grado di disintegrare ogni microparticella prima che tocchi il suolo.
Nonostante l'ora, internamente la temperatura è scesa a 0 K ed il silenzio impregna ogni molecola.
Luis guarda Telma sollevando le sopracciglia come dire "Hey baby, son cose che possono succedere... anche a Luis, il macho della sierra...".
Le guance di Telma assumono colori che vanno dal blu cobalto al rosso inferno, la respirazione è ai minimi termini, la salivazione azzerata... la scintilla di istinto che è in lei la porta ad assurgere all'Olimpo, accanto a Zeus, per togliergli bruscamente di mano la folgore e scagliarla verso la terra, con obiettivo un uomo mortale da incenerire.
Tuttavia la razionalità vince ai supplementari, per cui guardando in tralice Luis, con voce graffiante come una sega a nastro si limita a ordinargli "Vai a prendere la scopa...".... anche se in realtà il verbo "andare", coniugato all'imperativo, sarebbe stato volentieri accompagnato da molti altri complementi di moto a luogo... in gran parte figurati...

domenica 3 aprile 2011

Gargoyle

C'era una volta una principessa che viveva in un bellissimo castello ed aveva come amico un rarissimo drago blu.
Il drago volava libero e tornava spesso ad accucciarsi ai suoi piedi, giocava con lei, la proteggeva e la consigliava.
E gli anni trascorsero sereni, finchè la fanciulla divenne donna.
Per ottuse ragioni di casato la principessa fu destinata dal padre al convento della cattedrale di un regno lontano.
Purtroppo le rigide regole di quell'isitituzione le impedirono di vedere il drago.
Ben presto si sentì oppressa tra quelle mura, ma anzichè essere comunque felice per la libertà dell'amico, ella sfruttò la sua mansione di bibliotecaria per accedere ai testi più arcani di magia nera, affinchè anche lui fosse confinato in un angusto simulacro di pietra.
Fu così che invocò sull'amico drago una terribile maledizione che lo mutò in un gargoyle, posto per sempre su un pluviale della cattedrale.
Un cuore nero trasformò l'antica amicizia in pietra.
Dopo tanti anni condannato ad essere solo una tenebrosa decorazione esposta ai capricci delle stagioni, venne un giorno in cui salì verso di lui una risata cristallina così pura da sentirsi come trafitto da mille frecce. Ed un brivido, seppur lieve, si trasmise sotto la coltre bituminosa che lo rivestiva.
Fu così che, con grandissimo stupore, sentì il pietrisco intorno ai suoi occhi sbriciolarsi piano piano.
Ormai lasciava scorrere i suoi giorni aspettando di udire nuovamente quel suono rasserenante e dopo qualche tempo, con gli occhi che potevano nuovamente essere liberi di guardare, riuscì a scorgere laggiù tra la folla un dolcissimo sorriso, la fonte di quell'arpeggio celestiale.
Ogni volta che questo accadeva, percepiva la pietra che lo avvolgeva sgretolarsi lentamente, ma inesorabilmente e, con grande gioia e stupore, venne finalmente il giorno in cui potè nuovamente udire i primi deboli battiti del suo antico cuore di drago.
Inoltre, tutte le notti di luna piena portarono al compimento di un fenomeno strano e miracoloso: mentre i suoi pensieri tornavano a quel sorriso, una furtiva lacrima scendeva dagli occhi del gargoyle sicchè la luna la mutava subitamente in perla, depositandola delicatamente ai suoi piedi.
E più il tempo passava, più la pietra cedeva.
Ogni sorriso, ogni risata soave e pura che saliva a lui sbriciolava come cenere riarsa gli ultimi rimasugli del maleficio e scaldava il cuore come una fornace di vulcano.
Finchè in una notte nera come la pece si compì la mutazione ed il gargoyle tornò nuovamente ad essere drago, che in pochi istanti raccolse le sue preziosissime perle, dispiegò le sue possenti ali, si librò maestoso nel cielo,... e nessuno lo vide mai più...


La forza di un sorriso può sconfiggere la maledizione più perfida, sbriciolare la pietra più dura e far tornare a battere anche un cuore divenuto gelido.

Per cui fanciulla che sorridi, se un giorno ti troverai innanzi un drago blu, non aver paura... è venuto a ringraziarti, portando in dono la sua amicizia ed un diadema di bianchissime perle...

sabato 2 aprile 2011

Giovinezza

Segue un passo tratto da "Marina", di Carlos Ruiz Zafon:

"...La giovinezza è una fidanzata capricciosa. La comprendiamo e la apprezziamo solo quando ci lascia per un altro e non torna più..."