sabato 19 marzo 2011

Nucleare... riflettiamoci...

Sull'onda emotiva di quanto sta accadendo in questi giorni in Giappone sarebbe semplicissimo dire "Nucleare, No Grazie".
Tuttavia, proprio per evitare di banalizzare e scegliere una soluzione preconfezionata dagli eventi, ho preferito approfondire l'argomento.
In prima istanza ho cercato di capire quali potessero essere vantaggi e svantaggi evidenti del nucleare, come soluzione energetica e poi ho provato a collocare il tutto nel "sistema Italia".
Partirei dallo slogan che il nucleare è "energia pulita", poichè non produce CO2, causa di inquinamento, surriscaldamento del pianeta, ecc. ecc.
Questo è certamente vero se consideriamo una centrale a regime.
Tuttavia è bene individuare il ciclo di vita di una centrale, che prevede circa 10 anni per la costruzione/attivazione, circa 30/40 di operatività e altri 10/20 per il ciclo di smaltimento delle scorie e dismissione dell'impianto.
Alcuni studi sembrano aver individuato che l'intero ciclo di vita di una centrale (attività di costruzione e gestione) porterebbe comunque alla produzione di circa 1/3 di CO2.
Inoltre, il termine "pulita" va a sbattere contro il muro dei residui di lavorazione, le cosiddette scorie, che sono fortemente nocive, richiedono aree di stoccaggio sicure e un costoso processo di smaltimento.
Un altro aspetto fortemente propagandato mette in evidenza come l'utilizzo di centrali nucleari possa contribuire all'autonomia energetica del paese (indipendenza da approvigionamenti di gas e petrolio) e maggior stabilità economica (sistema non influenzato dalle oscillazioni nel prezzo di gas e petrolio, materie prime che notoriamente sono detenute da paesi con contesti socio-politici instabili), fornendo la possibilità di un costo più basso per l'energia erogata.
Tuttavia occorre riflettere sul fatto che anche le centrali nucleari hanno bisogno di combustibile, che si chiama Uranio ed è anch'esso un elemento presente in natura che avrà tendenza ad esaurirsi nel tempo.
Quindi, per tutti i paesi che non avranno la possibilità di estrarre uranio in autonomia, ci sarà ancora una forte dipendenza dai paesi produttori di tale materia prima e quindi nel medio periodo si potrebbe incorrere nel fenomeno di un aumento dei costi legato all'andamento del mercato dell'uranio.
Inoltre, bisogna prestare attenzione all'ipotesi di costi più bassi per l'energia. Spesso si cita il modello francese, ma non si tiene conto che in esso non sono inizialmente (e volutamente) stati contemplati i costi per lo smaltimento. Quando, a breve, anch'essi entreranno nella bolletta energetica francese, forse la tanto decantata convenienza mostrerà i suoi limiti.
Un altro aspetto critico sono i costi di realizzazione e di manutenzione di una centrale.
Detto sopra del suo lungo ciclo di vita, è difficile preventivare un costo iniziale e poi rispettarlo. Ci sono tanti esempi di centrali attive i cui costi di realizzazione sono cresciuti nettamente via via che le opere progredivano.
Ora, se io fossi un investitore, volendo comunque realizzare un guadagno dal mio investimento, cosa farei?
Per contrastare i costi iniziali più alti potrei risparmiare in seguito su spese di gestione (es: sicurezza, stoccaggio, smaltimento,...) e/o tenere più alti i prezzi dell'energia venduta.
Una centrale si colloca necessariamente su un territorio. Quali popolazioni risulterebbero "felici" di vivere accanto ad una centrale nucleare? Non è assolutamente vero che una centrale nucleare ha un impatto ambientale minimo, perchè stravolgerebbe necessariamente l'area intorno a cui si troverebbe, sia dal punto di vista ambientale che da quello sociale.
Immaginate di abitare in un paese dove le autorità hanno deciso di impiantare una centrale a pochi chilometri da voi. Penso che la prima cosa che vi passi per la testa sia di vendere casa e traferirvi altrove. Ma chi ve la comprerebbe? E a quale valore? E non potendo fuggire, quale impatto psicologico avrebbe su di voi questo evento?
Per cui, nel momento in cui qualcuno avrà deliberato che sorgerà una centrale nucleare in un territorio, quel territorio ed i suoi abitanti sono comunque marchiati negativamente.
Detto questo, perchè tanta enfasi sul nucleare e non sulle energie rinnovabili (solare, eolico,...)?
Ormai l'evoluzione tecnologica ha dato un impulso decisivo a queste nuove fonti di energia, tanto che il costo per Kv del fotovoltaico sembra ormai essere inferiore a quello del nucleare.
Perchè allora non spingere sulle energie rinnovabili e sostenibili?
Proviamo ad immaginare questo scenario: ogni abitazione è dotata di pannelli solari altamente efficienti che le garantiscono piena autonomia energetica (senza prendere in considerazione la possibilità di rivendere poi energia in eccesso...).
Significherebbe che non avremmo più bisogno di allacciare contratti con le società monopolistiche dell'energia.
E secondo voi, queste società investirebbero e spingerebbero su tecnologie che potrebbero privarle poi di sostanziosi ritorni economici?
Il sole e il vento sono a disposizione di tutti... nessuno potrebbe alzare il prezzo di un tale sistema di approvigionamento energetico palesando sfuggenti ragioni di natura socio-politico-economica.
Viceversa una centrale nucleare ed il suo carburante possono essere monopolio dei grandi gruppi industriali che poi possono giocare su una varietà infinita di fattori per aumentare le tariffe a loro beneficio.
Pensiamo al mercato complessivo in gioco intorno ad una centrale.
Un immenso cantiere decennale (o più) su cui si possono buttare centinaia di aziende, ognuna con i propri obiettivi ed i propri margini. Certo, da un punto di vista occupazionale può sembrare anche positivo, ma pensiamo a come sono sempre state gestite queste opere faraoniche nel "sistema Italia". Quali aziende parteciperebbero? Non mi stupirei se buona parte fossero proprio quelle legate alle cosche istituzionali (Mafia, Ndrangheta e Camorra) che ormai sono parte del tessuto socio-economico italiano e che operano a stretto contatto con politica ed economia. E per aziende di questo tipo la sicurezza di cose e persone e l'efficienza starebbero ai primi posti? Non è forse un bel banchetto a cui partecipare e mangiare lautamente, magari con zero spese?
Per quanto visto negli ultimi 40 anni, non avrei alcuna fiducia nel sistema Italia e sarei terrorizzato di sapere che una centrale nucleare potrebbe essere costruita con materiali di scarto, tecnologie di serie B o con tanti piccoli "sconti". Accorgersene quando è troppo tardi e dibattere demagocicamente risulterebbe devastante e assolutamente inutile.
Di fatto, mi sembra che il piano di rilancio del nucleare sia una pura scelta di business.
Non per nulla c'è già un accordo tra Enel e la francese EDF per la costruzione di 4 centrali congiunte, e la visione di questi grossi gruppi è quella di far fruttare gli investimenti andando poi a vendere tecnologia nucleare nei paesi economicamante deboli (sud est asiatico, africa,...), con tutto quello che questo comporta dal punto di vista della sicurezza mondiale.
Di fatto, a nessuno di coloro che possono decidere le sorti dei comuni mortali importa realmente nulla di ambiente ed energia. Ciò che veramente conta è il business. Individuato un filone potenzialmente redditizio ci si infila a scapito di qualsiasi altra considerazione.
Per chiudere, vorrei dire che questa disamina nasce come frutto di attenta lettura di fonti di diversa connotazione, svolte a titolo personale e tante riflessioni e metabolizzazioni individuali, che ovviamente mi portano a pensare come la scelta del nucleare non sia in realtà così vincente come si vuole sostenere.

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